giovedì 25 ottobre 2012

Il docente di sostegno ai disabili continuerà ad essere assegnato dalle Asl

Grande clamore aveva provocato il cambiamento inserito nel Decreto Legge di Stabilità circa il soggetto preposto all'assegnazione dell'insegnante di sostegno.

Secondo la proposta del Governo, la scelta doveva passare dall'Asl all'INPS:

"le funzioni di valutazione della diagnosi funzionale “propedeutica all’assegnazione del docente di sostegno all’alunno disabile (…) sono affidate all’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS)”.

questo il testo inserito nel Decreto.

Le associazioni dei disabili, in testa a tutte la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap) hanno fortemente avversato questa norma, ed oggi si apprende che la Commissione Bilancio della Camera ha stralciato la proposta.

Restano dunque invariate le competenze di assegnazione nelle mani delle Asl.

Il Presidente della FISH Pietro Barbieri ha rilasciato un comunicato nel quale plaude alla decisione della Commissione:
È una buona notizia per l’inclusione scolastica,  anche se l’impegno in questo ambito non si esaurisce certo solo contrastando le misure peggiorative: è una battaglia quotidiana per le garanzie al diritto costituzionale allo studio fatta anche di proposte troppo spesso inascoltate”.

sabato 13 ottobre 2012

Legge di stabilità. Aumento dell'IVA per le Cooperative Sociali



La legge di stabilità 2013 prevede un aumento dell'IVA anche per le Cooperative Sociali, che dunque passerà dal 4% al 10%, con un ritocco ulteriore dal 1 Luglio 2013, momento in cui le Cooperative saranno costrette a fatturare con IVA al 11%.

Questo cambiamento, che sta passando in secondo piano rispetto ai principali interventi previsti nel Decreto (su tutti, la diminuzione dell'Irpef dell'1% per i redditi bassi ed il blocco delle accise sui carburanti) ha invece una portata epocale nel settore dei Servizi Sociali.

Sino ad ora il grande vantaggio del regime agevolato cui usufruivano le Cooperative era il punto di forza dell'appalto dei servizi da parte degli Enti locali e delle Pubbliche Amministrazioni in generale. A tal proposito, si ricorda che l'IVA, mentre per un privato in regime di Partita IVA è un costo deducibile, per un ente pubblico è indeducibile, rappresentando pertanto una spesa a tutti gli effetti.

 Perchè dunque il legislatore aveva introdotto questa agevolazione? Per diversi motivi. Intanto, per far inserire nel mondo del lavoro l'istituito della Cooperazione. Inoltre, per riconoscere a questa particolare forma societaria (che in teoria dovrebbe inserire nel mondo del lavoro soggetti disagiati, con disabilità o di difficile ricollocazione occupazionale) uno status particolare.

Nei servizi sociali inoltre è previsto, negli appalti sotto la soglia comunitaria annuale, l'obbligo di avvalersi esclusivamente di soggetti cooperativi, considerata sia la spesa contenuta del servizio (IVA agevolata, appunto) sia una certa professionalità riguardo gli interventi.

Cosa succederà ora? La prima riflessione riguarda la mancata nascita, in Italia, delle Imprese Sociali, previste nel nostro ordinamento ma mai realmente sbocciate. Con la fine delle agevolazioni a favore della cooperazione, sarebbe stato auspicabile un forte incremento di questo istituto.
Inoltre. E' cosi' fuori luogo pensare che si possa ritornare ad una forte presenza, in prima persona, degli Enti locali? La gestione dei servizi in house può essere una soluzione.

Una ultima domanda. Quale futuro per i lavoratori? Sono tantissimi gli operatori sociali occupati nelle cooperative, spesso con contratti anche solo per poche ore, ma che riescono ad ottenere una occupazione in questa crisi senza termine. Per loro, quali strade si prospettano? 

martedì 2 ottobre 2012

Risorse, strategie e crescita del Terzo Settore




Pochi giorni fa (il 27 Settembre) su Avvenire (http://www.avvenire.it/Commenti/Pagine/La%20risorsa%20delleconomia%20sociale%20%20per%20una%20crescita%20dal%20basso.aspx?goback=%2Egde_3263202_member_170850154) è stato pubblicato questo interessante articolo sul Terzo Settore e sulle sue potenzialità.

Non voglio dilungarmi sull'esprimere idee che già in questo blog sono state ampiamente argomentate.
Mi piace comunque sottolineare che sono sempre più numerosi gli attestati di stima nei confronti dell'associazionismo e del Terzo Settore in particolare. Certo, sono attestati che avrei preferito leggere qualche anno fa, quando ancora il sistema Italia era in condizioni di pseudo-benessere.
E' vero: questo Settore è forse l'unico in questo momento storico a garantire assunzioni e posti di lavoro, dimostrando che, come già ripetuto sino alla noia in questo blog, il welfare è una occasione imperdibile di crescita economica.

C'è un ma. Abbiamo veramente idea di quale sia la retribuzione di un operatore sociale che opera a contatto con i nostri figli, con i nostri padri e con le nostre madri, in una condizione disperata di bisogno? Bisogna essere chiari: bassissimo. Non è così che si rende appetibile un lavoro.

E poi. Continuo a leggere di passaggio dal welfare state a welfare sussidiario, o a welfare inglese. Siamo sicuri di essere capaci a costruire un modello di assistenza realmente funzionante? Non è che forse gli operatori del settore verranno ancora di più strozzati da retribuzioni che a quel punto saranno in balia di ulteriori fattori di precarietà?

Da ultimo. Come si può intravedere una possibilità di crescita senza un forte intervento centrale a sostegno del sistema? Si può rafforzare il Terzo Settore diminuendo drasticamente (azzerando) i fondi a disposizione degli Enti locali per i servizi sociali ai cittadini.

Sono convinto che abbiamo milioni di proposte da avanzare per creare un welfare più moderno ed allo stesso tempo volano economico. Ma il quadro normativo deve essere chiaro. Ed anche le risorse.