lunedì 16 gennaio 2012

Workshop: politiche per la concertazione

Il territorio ricompreso tra gli Ambiti Territoriali Sociali 9 e 10 (territori di Fabriano e Jesi, per intenderci) dal Novembre del 2009 hanno intrapreso un percorso volto a potenziare e rafforzare gli aspetti legati alla conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro.
Il progetto nasce da un Bando della Regione Marche, finanziato da fondi FSE, al quale i due Ambiti hanno partecipato, ottenendo il finanziamento. Le azioni previste, che tutt'ora sono in corso, riguardano diversi aspetti del sociale. Da un lato, nel fabrianese si è inteso rafforzare quei servizi maggiormente legati ad aree di disagio, quali handicap ed i minori a rischio di emarginazione. Nello jesino invece sono stati privilegiati interventi di sperimentazione: ludoteche, una fattoria didattica, tempo per le famiglie presso i giardini pubblici. Oltre a ciò, un rafforzamento globale del Servizio di Assistenza Domiciliare.

Personalmente, insieme al gruppo di lavoro che attualmente coordina le attività, ho partecipato alla stesura del progetto e sto anche gestendo le azioni in itinere. L'esperienza sin qui svolta è fortemente positiva.
Innanzitutto vi è la componente del reperimento di nuovi fondi, che non possiamo mettere in secondo piano. In un momento di grandi restrizioni di budget per gli Enti Locali, e di tagli ingenti da parte del governo centrale verso Regioni e Comuni, rintracciare finanziamenti attraverso fondi FSE sta diventando una occasione unica. Ciò sta permettendo di potenziare alcuni servizi esistenti, ma anche di cercare nuove risposte a sempre maggiori domande che il territorio ci pone.

E' paradossale, ma comprensibile, che i servizi sociali siano ancora più importanti in questo momento storico di grande crisi, che da economica sta indubbiamente diventando sociale. Genitori, anziani, disabili e comunque semplici cittadini ci rappresentano la necessità di modulare i servizi su nuove esigenze. Senza un intervento mirato e di ampio spettro si rischia di dare risposte parziali o, peggio ancora, di non darle per niente.

L'idea del progetto Conciliazione è stata pertanto di raccogliere le esigenze e di rendere flessibili i servizi in modo da accogliere le domande. E qui entro nel vivo della questione. C'è grande discussione intorno al tema della conciliazione. Sabato sul Corriere della Sera (http://www.pietroichino.it/wp-content/uploads/2012/01/Corriere-della-Sera.pdf qui ripreso dalla pagina del Sen. Pietro Ichino) il giornalista Danilo Taino racconta la situazione danese. Senza che perda tempo a riassumere l'articolo (è molto interessante e vi suggerisco di leggerlo con attenzione), certo si dimostra ancora di più che le tematiche legate al modello di vita ed alla necessità di conciliare il mondo del lavoro con la famiglia sono state, sino ad ora, trattate in maniera esaustiva quasi solamente dai paesi scandinavi, o comunque del nord europa.

Inevitabile pertanto, quando si parla di conciliare, entrare in quadro più generale del mondo del lavoro, allontanandosi dalla componente pubblica per giungere, obbligatoriamente, a quella del privato. L'Azione 3 del progetto Conciliazione ha visto come soggetti attuatori delle imprese dei territori oggetto delle attività (Fabriano e Jesi), finanziando interventi di telelavoro e di proroga delle maternità. E' stato un passaggio dovuto pertanto progettare interventi che da un lato rendessero maggiormente flessibili i servizi offerti dal pubblico, ma che dall'altro intervenissero sulla reale possibilità di essere fruiti dai cittadini ( e dalle mamme in particolare).

Di questo bagaglio di esperienze, non ancora concluse, parleremo il 26 Gennaio a Fabriano all'interno del Workshop intitolato Politiche per la concertazione: interventi, criticità, prospettive. 
Alla giornata di lavoro e di approfondimento parteciperanno anche la Dott.ssa Francesca Petrossi del Dipartimento per le Politiche della Famiglia ed il Prof. Yuri Kazepov, docente dell'Università di Urbino.

Sarà una mattinata di riflessione su tematiche che interessano il Servizio Sociale a 360°. In questo contesto, mi onoro di dare il via ai lavori, tirando le fila di una esperienza che sta volgendo al termine (31 Luglio 2012) ma che deve essere la prima pietra per una nuova strada nella progettazione dei servizi e nell'offerta degli stessi.
Consapevoli che non solo la Pubblica Amministrazione, ma anche il privato, devono percorrere questa strada in maniera parallela, ed il legislatore deve porre attenzione alle nuove sfide che, in altre parti d'Europa, ormai costituiscono realtà affermate.





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